Stardust

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Television-Marquee Moon 

 

 

“Si ritiene che il Sole e i pianeti si siano formati da una nebulosa di gas interstellari in contrazione, in un periodo di tempo compreso tra 4.6 e 4,6 miliardi di anni fa.”

Il nostro sistema planetario deriva da una nebulosa che si è condensata in una stella (il sole) e nei pianeti,   a causa  dell’azione della forza gravitazionale.
Secondo le attuali teorie, la nebulosa primordiale  era costituita da idrogeno, da elio, da una grande varietà di elementi chimici più pesanti e da polveri.
A sua volta, la materia nella nebulosa è stata emessa dall’esplosione di un’altra stella. Il fatto che nella Terra siano presenti elementi chimici pesanti, come Argento, Oro, Piombo, via via fino all’Uranio fanno ipotizzare che la Stella “genitrice” sia una Supernova. Le Supernove, di diverso tipo, sono stelle molto grandi (molte volte più del Sole) in punto di morte. Nel loro ultimo “respiro”, generano elementi pesanti,  a seguito di processi di fusione nucleare. Attualmente, le Supernove sono le uniche sorgenti conosciute di questi nuclei. Quindi, gli atomi che costituiscono il sistema solare, la Terra, ed in ultima analisi, noi stessi, provengono dall’esplosione di una stella, probabilmente da una supernova.
Noi SIAMO polvere di stelle.  Come canta Joni Mitchell in “Woodstock”:

We are stardust.
Billion year old carbon.
We are golden
Caught in the devil’s bargain
And we’ve got to get ourselves back to the garden.
(To some semblance of a garden)

Presi nel baratto del diavolo, suoniamo rock’nroll… 

My X’mas lecture

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Sulle banconote da 20 Sterline inglesi è effigiato Michael Faraday, un eminente scienziato dell’800. Oltre al suo ritratto, vi è il particolare di una stampa dell’epoca, con la scena di una delle sue Christmas Lectures, organizzate dalla Royal Institution. Michael Faraday ha dato dei contributi fondamentali alla fisica e alla chimica. Basterebbe citare la legge con il suo nome che spiega il fenomeno dell’induzione elettromagnetica, dove elettricità e magnetismo vengono combinate insieme, alla  base del funzionamento dei motori elettrici, della dinamo, e di moltissimi altri congegni, tra i quali mi piace menzionare la chitarra elettrica. Faraday era anche un uomo di indubbia statura morale: rifiutò svariati premi ed onoreficenze, nelle quali non credeva, e non volle contribuire allo sviluppo di ordigni esplosivi da utilizzare nella guerra di Crimea. Non ebbe una educazione molto  buona perché di umili origini, e le sue cognizioni di matematica non erano particolarmente approfondite. Ciononostante, era un grandissimo sperimentatore, e anche un eccezionale divulgatore. Le Christmas Lectures, tenute ogni Natale da scienziati e studiosi britannici di fama mondiale, sono delle lezioni a scopo divulgativo, rivolte soprattutto ad un pubblico di bambini e giovanissimi. Fino a poco tempo fa, venivano trasmesse in televisione, dalla BBC prima, e successivamente da altri canali privati.
Faraday tenne delle lezioni memorabili, con dimostrazioni pratiche incantevoli sulla chimica. Ne tenne 7, un record assoluto, una ha un titolo particolarmente poetico, ” The chemical history of a candle”, e spiega i processi di combustione. Charles Dickens chiese ripetutamente a Faraday  di scrivere le sue Christmas Lectures, ma egli oppose resistenza, sulla base (giusta, a parere mio) che le lezioni difficilmente sono adattabili ad uno scritto. Alla fine acconsentì alla pubblicazione di resoconti stenografici,  disponibili oggi anche su internet. Tutto ciò fa molto Dickens, molto Natale, molto inglese. Non ho mai visto una Christmas Lecture, nonostante abbia vissuto in Inghilterra per molto tempo, perché ho scoperto questa nobile istituzione solo di recent. E mi piacerebbe fare qualcosa di simile nella mia Università. Per quest’anno, mi accontento di scrivere una breve poesiola, e di pubblicarla qui. Che Faraday mi perdoni.

Luce sulle rètine
incanti di cristalli
suono sui timpani
risonanze di fili bronzei
che scuotono magneti
e cavi inossidabili
e scatole tonanti
su vortici di folle,

fioriti desiderii. 

Fasce sui capelli, sudore mancino
di King Jimi,  sue scintille elettriche
da Sir Michael sognate.

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 Jimi Hendrix-Foxey Lady

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Buone feste.
 
P. S. Ho visto ieri i video delle sue lezioni. Si chiama Walter Lewin ed insegna al MIT di Boston. Grandissimo. Qui  dimostra che il tempo impiegato da un pendolo per compiere un’oscillazione completa non dipende dal peso applicato. E  per dimostrarlo  ci si mette sopra, facendo contare agli studenti  il numero di oscillazioni. La Fisica funziona.
 

 

 

Blond on Black

 

 

I Police girano su loro stessi e non si guardano, non interagiscono in questo video del 1986. La loro storia è già finita. Intorno, strumenti, scene di vecchi video di concerti, colori in una sarabanda di figurine che si rincorrono, a celebrare il loro successo. Niente di nuovo da dire, la canzone scorre in una nuova versione, è “don’t stand so close to me”, le memorie (o fantasie) di Sting, giovane insegnante di liceo. Sono freddi, distanti, biondi algidi vestiti di nero, ma la musica è un ciclone, la batteria di Stewart Copeland percuote l’anima, i riff di Summers scavano il cuore. Il nero delle storie che finiscono, il biondo delle nuove vite. Addii pieni di rancore, occhi rossi dalle lacrime trasparenti, guerre senza vincitori. Le rinascite hanno sempre bisogno degli addii. Il rancore è una legge di natura, o solo un contorno non necessario? Non lo so, camminare sul filo sopra le tempeste è difficile. Impossibile, non mi sentirei di dirlo. Il dopo può essere meno proibitivo.
 

 

Chrissie’s eyes

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Cuoio scuro sulla pelle, voce morbida, chitarra al braccio, cosa c’è di più sexy di una ragazza che suona rock’n’roll? Riff degli anni ’70-’80 nelle orecchie e nel (cuore, sì, mi tocca scriverlo), gli occhi da gatta di Chrissie che mi guardano dalla copertina, mentre sono impegnato a cercare di capire qualcosa da delle strane formule, oggi come allora, quando ero studente. Cercare di capire, è la mia attitudine professionale, no? E così mi affanno a cercare spiegazioni per ogni cosa. E credo che per ogni singolo evento, fatto, fenomeno, sensazione ci sia una causa, un meccanismo. Spesso complicato, difficile. Ma più passa il tempo e più mi convinco che niente è fuori dalla nostra portata. But, hey, is it worth? Vale la pena, vale la pena di comprendere tutto, anche ciò che fa più male, ciò che fa soffrire? O forse è meglio lasciare perdere? E’ un’attitudine e una condanna. Soffia, la voce di Chrissie, mostrami il significato della parola. E parla di qualcuno che viene dalla via lattea con occhi innocenti. Mentre io mi tuffo su fax che non arrivano, formule e fenomeni che non capisco, e che capirò. Un giorno, sia domani o fra dieci stagioni. Forse è questo il vero motivo per cui scrivo da tre anni, compiuti proprio oggi.
 
Time is up, listen and read:

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Pretenders-Show me 
 
Show me the meaning of the word
Show me the meaning of the word
‘cause I’ve heard so much about it
They say you can’t live without it

Welcome to the human race
With its wars, disease and brutality
You with your innocence and grace
Restore some pride and dignity
To a world in decline

Welcome to a special place
In a heart of stone that’s cold and grey
You with your angel face
Keep the despair at bay
Send it away, and

Show me the meaning of the word
Show me the meaning of the word
‘cause I’ve heard so much about it
I don’t want to live without it
I don’t want to live without it
Oh, I want love, I want love, I want love

Welcome here from outer space
The milky way still in your eyes
You found yourself a hopeless case
One seeking perfection on earth
That’s some kind of rebirth, so

Show me the meaning of the word
Show me the meaning of the word
‘cause I’ve heard so much about it
Don’t make me live without it
Don’t make me live without it
Oh, love, I want love, I want love, I want love

 
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Cityhoppers: colonna sonora

Le storie dei cityhoppers (v. post precedente) hanno una colonna sonora: ecco la lista dei pezzi che ho messo su quando le ho pubblicate. Vado a braccio, non me li ricordo tutti. Alcune di queste canzoni hanno ispirato le mie storie, con risultati incerti. Ma la musica è bellissima comunque. E’ un mio parere, ovviamente.

Horst et Dom:
Carlos Santana & Mahavishnu John Mac Laughlin – Let us Go into the House of the Lord

Jamie à Paris:
Neil Young – Lotta Love
Norah Jones – More than This
Paul Weller – Wild Wood

Lettera d’Aprile:
Prefuse73 – Before the Storm

The Waterfront Stories (Edo):
Oasis – Champagne Supernova
Paul Weller – Thinking of You
Jimi Hendrix – All Along the Watchtower
Marvin Gaye – Ain’t no Mountain
Prefab Sprout – Cowboy dreams
Badly Drawn Boy – Something to Talk About

Infinite Loop:
The Gorillaz – El Manana
Counting Crows (feat. Vanessa Carlton) – Big Yellow Taxi

Cercherò di rimettere su tutti i pezzi in questo periodo, uno al giorno (più o meno). Oggi è il turno di Neil Young. Sun on you w