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Tu credi che quando ti svegli la mattina quello che è successo ieri non conta. Invece quello che è successo ieri  è l’unica cosa che conta. Che altro c’è? La tua vita è fatta dei giorni che hai vissuto. Non c’è altro. Magari pensi di poter scappare via e cambiare nome o non so cosa. Di ricominciare daccapo. E poi una mattina ti svegli, guardi il soffitto e indovina chi è la persona sdraiata nel letto?
 
Cormac Mc Carthy, Non è un paese per vecchi
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Polvere vitale

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Bowie-Life on Mars
 
Ho sempre guardato con un certo distacco alle scienze della vita, soprattutto a causa della mia ignoranza in materia. Di biologia molecolare, genetica, evoluzione etc. ho pochi ricordi confusi che risalgono al liceo, scarse nozioni impartite da  docenti poco motivati e molto poco bravi. Ma ovviamente sbaglio. Sotto il sole di Minosse, ho letto un libro straordinario sull’origine e l’evoluzione della vita sulla Terra, dalle prime reazioni chimiche di molecole organiche che hanno incominciato a riprodursi e organizzarsi fino alla mente umana. L’autore (Christian De Duve) è un professore belga, premio Nobel della Medicina. Non ne sapevo niente, o quasi, dell’immensa quantità di argomenti che tratta, e qualche volta la mia scarsa attitudine a ricordarmi termini e nomi mi ha messo in difficoltà. Ma ne ho tratto molte, moltissime lezioni. La chimica è alla base di tutti i processi e le funzioni negli esseri viventi, e questo lo sapevo già. Non sapevo invece che la selezione naturale avviene già per le reazioni chimiche della “protovita”. Le molecole si assemblano, reagiscono, cambiano, e solo le reazioni più funzionali si perpetuano. Fino a quando, casualmente, avviene in modo spontaneo una reazione più efficiente, che rimpiazza le precedenti. Le mutazioni spontanee che avvengono nelle specie viventi, compresa la nostra, funzionano nello stesso modo. E’ come un gigantesco Lego, che si costruisce e piano piano si complica sempre di più. L’ambiente esterno, la Terra con le sue catastrofi e le sue crisi indirizza il gioco. E “la vita si adatta ai margini del caos”, come riporta il libro (la frase è di un altro scienziato, Kauffman). La  teoria di Darwin della selezione naturale, alla base dell’evoluzione delle specie,  è una delle più grandi conquiste del pensiero umano, a mio parere. E sembra incredibile, impossibile che ci sia ancora chi non l’accetta.  Anche se per un verso posso capirlo, perché inquieta anche me. Tutto questo ha un senso? Noi siamo una fogliolina sull’albero della vita, con la peculiarità di possedere una coscienza di noi, e soprattutto della nostra morte. Ma siamo arrivati grazie ad una miriade di piccoli passi successivi casuali. L’universo sembra freddo ed inospitale, completamente alieno da ciò che è la Terra, la nostra culla, a volte neanche troppo confortevole. Ci sono altri pianeti come i nostri, sicuramente, ed altre forme di vita, anche intelligenti, ma al momento le probabilità di individuarli, e di mettersi in contatto con loro sono estremamente poche. Se esiste un orologiaio che ha assemblato tutto ciò, sembra averlo fatto alla cieca. Già, un orologiaio cieco (la definizione è di uno scienziato che si chiama Richard Dawkins). E così, nella nostra fredda solitudine, continuiamo il viaggio. Ma è un viaggio meraviglioso, e anche se “è tutta chimica”, le emozioni, le speranze, le idee che riempiono la nostra mente fanno brillare l’orologio, che scandisce lo stupore, la bellezza, l’amore.