grande sole duro

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sembra un bar nuovo. san lorenzo piena di graffiti cani e loro merde macchine muri scrostati marciapiedi sconnessi. i vecchi giovani der mejo si incontrano alle otto di sera mentre siedo al tavolo, esausto dall’ultima sessione del congresso.  uno suona la fisarmonica. l’ultimo di loro arriva in scooterone da fregene o fiumicino, brillantino all’orecchio con i radi capelli grigi, corredo alla faccia gonfia. ce manca ‘na cantante, dice alla ragazza che passa di fretta. i tavolini si riempiono, una donna in canotta nera mi chiede una sigaretta. la fisarmonica è quella dei 50, il film è quello di fellini. mentre il grande sole duro ha smesso di battere, solo per stasera.

i due serpenti macchine scorrono uno accanto all’altro, stessa direzione verso opposto. gli occhi bianchi e la coda rossa. li vedi e ne sei parte. verso il mare sulla cristocolombo, le colline così los angeles sono nere. i pini della strada sembrano palme, quando è buio. ma i pozzi di petrolio sopra sepulveda blvd non sono questi vermi di cemento in posizione  eretta.

cornacchia a castro pretorio a mezzogiorno, la vedo solo un attimo. il grande sole duro batte, sulla grande gente nella grande dura roma.  vado verso nord, cercando di ricordare che questa è casa mia. così bianca d’estate da ferire gli occhi.

there’s a big
a big hard sun
beating on the big people
in the big hard world
 

grande sole duroultima modifica: 2008-09-08T23:47:00+02:00da weller60
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17 pensieri su “grande sole duro

  1. Adoro questo pezzo do Wedder. Come tutto quell’album.
    Pezzi di Roma. Della tua Roma. Che quasi non conosco per niente.
    Sei tornato Mr W?
    Embrace
    Daniel

  2. A me certe volte il sole stanca, ma non ho il potere che hanno le nuvole, di ferirlo quasi a morte.

    ps. per alcuni ragazzi e ragazze, le tenebre non si dileguano mai.
    ps2. eccoti in versione Roma-na.

  3. … beh, come minimo la tua casa è anche quella di tre milioni di persone, il tuo sole: il loro stesso sole. preferiresti il mio sputacchio di città, senza sogni, senza aspettative, senza storia prima del 1600? detesto ammetterlo, ma vivo in un paese troppo popolato. vicenza. sinonimo di: trasferisciti che è meglio. verrà il giudizio universale e saremo tutti uguali. tu romano, i neworkesi, i peruviani, i cinesi di Shangai, io, casertana anarchica filometropolitana trapiantata qui, nella minuscola culla della democrazia cristiana. tutto questo mi consola.
    alleluya.

  4. la “chitarrina” è di tal Matt Bellamy dei Muse, un gruppo di gente fuori come poggioli che fa tutto al contrario, come al solito in UK: oltre a saperci fare davvero, pare che siano meglio dal vivo che in studio, e se fai un po’ di ricerca su youtube ti rendi pure conto che è vero!
    non c’è proprio più religione eh?

  5. sempre belli i tuoi post……..è una malinconia la tua che non è mai triste, ti rimane sempre qualcosa di dolce leggendoti…..1 bacio

  6. Le prime righe mi avevano fatto pensare alla San Lorenzo di Milano. Ma forse non è così diverso. Solo che magari ci arrivi da Cesano Maderno e non da Fregene. E le macchine percorrono la Comasina e non la Cristoforo Colombo. Se sei fortunato e l’estate è bianca puoi vedere le Alpi. Ma mi pare che predomini il grigio 🙂 Un saluto @MA

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