grande sole duro

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sembra un bar nuovo. san lorenzo piena di graffiti cani e loro merde macchine muri scrostati marciapiedi sconnessi. i vecchi giovani der mejo si incontrano alle otto di sera mentre siedo al tavolo, esausto dall’ultima sessione del congresso.  uno suona la fisarmonica. l’ultimo di loro arriva in scooterone da fregene o fiumicino, brillantino all’orecchio con i radi capelli grigi, corredo alla faccia gonfia. ce manca ‘na cantante, dice alla ragazza che passa di fretta. i tavolini si riempiono, una donna in canotta nera mi chiede una sigaretta. la fisarmonica è quella dei 50, il film è quello di fellini. mentre il grande sole duro ha smesso di battere, solo per stasera.

i due serpenti macchine scorrono uno accanto all’altro, stessa direzione verso opposto. gli occhi bianchi e la coda rossa. li vedi e ne sei parte. verso il mare sulla cristocolombo, le colline così los angeles sono nere. i pini della strada sembrano palme, quando è buio. ma i pozzi di petrolio sopra sepulveda blvd non sono questi vermi di cemento in posizione  eretta.

cornacchia a castro pretorio a mezzogiorno, la vedo solo un attimo. il grande sole duro batte, sulla grande gente nella grande dura roma.  vado verso nord, cercando di ricordare che questa è casa mia. così bianca d’estate da ferire gli occhi.

there’s a big
a big hard sun
beating on the big people
in the big hard world