Professor Helga

688171260e40d9a5e1e0f58217a52527.jpg
 
Traffic-Every Mother’s Son
http://weller60.myblog.it/media/00/02/3902abe4079be241a4de9db8d9e24a90.mp3
 
 
Arrivo in ritardo al tuo seminario, l’aula è già piena di colleghi e studenti seduti, attenti, riflessi dello schermo sugli occhiali, serietà di sguardi e intensità di menti. Come sempre, mi metto in fondo. Hai già incominciato a parlare, nel tuo tailleur blu con delle strane code, di taglio indubbiamente nordeuropeo. Ci siamo scambiati dei mail più di un anno fa, pensavamo di collaborare su un progetto di ricerca, poi siamo stati travolti dalle tante cose da fare, io anche dai miei pensieri, trascinato dall’inerzia della mia malinconia. Nell’ultimo messaggio, mi hai scritto con orgoglio della tua nuova posizione, una cattedra in un’università prestigiosa, “l’unica donna professoressa nella nostra materia della Ollanda“, il solo errore di ortografia, non sei italiana, ma hai vissuto e studiato a Roma, dove ci siamo conosciuti in un tempo che sembra la favola di un’altra dimensione. Fumavi allora, e mi guardavi con i tuoi occhi azzurri tedeschi, mentre parlavavamo del più e del meno sulla terrazza dell’Istituto, nelle pause del lavoro di tesi, con lo sguardo sui pini marittimi. Ci siamo incontrati  dopo, in altri paesi e città, conferenze, esperimenti, nella nostra vita un po’ randagia. E adesso risplendi, ci spieghi magie di motori fatti da molecole che fanno salire le gocce d’acqua all’insù per piani inclinati, e quando ci fai vedere il video dimostrativo è un “ohh” di meraviglia. Mi chiedono di accompagnarti a pranzo, e chiacchieriamo di lavoro e famiglie, della tua casa che immagino sotto un cielo grigio, con un bel prato verde, la stai sistemando per avere spazio per i tuoi nipoti.  Poi mi spieghi di pesci con piccoli magneti nel naso che li guidano nelle loro rotte. I tuoi occhi sono un po’ più liquidi, un po’ più tristi. E il peso del successo, il prezzo del lavoro mi sembra così evidente, ma forse non lo è. Telefonate che ti raggiungono mentre discutiamo, ti riaccompagno nell’ufficio del grande capo. Ti saluto, ma mi sorprendi, vuoi parlare ancora un po’ con me, nonostante tu abbia un’agenda senza spilli. Nel mio studio mi chiedi scusa di non avermi più scritto, e sei sincera. Occhi azzurri, tailleur blu, quando ti abbraccio mi fai pensare al nostro tempo, e all’irreversibilità, ai cerchi che non si chiudono mai, perché è impossibile. Fuori il cielo è plumbeo, i fiori del vaso sono secchi.
 
 
Professor Helgaultima modifica: 2007-09-10T18:45:00+02:00da weller60
Reposta per primo quest’articolo

41 pensieri su “Professor Helga

  1. Ciao Weller, cercherò di non fare neanche un errore; comunque “Ollanda” gliela potevi passare visto che è straniera e che in Inglese la parola si scrive effettivamente con la doppia elle. Mi piace ciò che scrivi e mi incuriosisce come lo scrivi, perlomeno così come lo recepisco io. Sembra che la tua amica? collega? sia stata funzionale al riaffiorare di tuoi ricordi in relazione ai vostri rapporti. Questo modo di esprimerti in questo post, tra il tecnico, lo scientifico, il fantascientifico, l’immaginario, il melanconico…. lascia disorientati. Un tempo che sembra la favola ecc… mi spiazza completamente, ma la frase è geniale per la sensazione che provoca. Non proseguo su questa linea perchè ne avrei per molto, però non posso tenermi la curiosità per le molecole che fanno salire l’acqua (escludo si stia parlando di capillarità e coesione) e per i magneti dei pesci (ritengo in relazione al campo magnetico terrestre). Io però potrei capire un’eventuale spiegazione solo se ciò fosse possibile anche ad un bambino di 12 anni al massimo; per la qual cosa occorrerebbe un genio. Non posso neanche esimermi dall’esprimere la mia sorpresa per l’ispirazione dell’abbraccio finale…. il pensiero dell’irreversibilità e i cerchi che non si chiudono mai (perchè è impossibile), non è solo originale, è molto di più… L’ultima frase è chiara e bella, ma al contempo meriterebbe una battuta umoristica…. ma non la faccio!
    Mi ha incuriosito anche la risonanza neuronale (post precedente). Tu ne dai una rappresentazione meccanica che non penso la si possa applicare al nostro caso; ma neanche se si trattasse di oscillazioni em, sempre secondo me. Credo, invece, che ci sia un ulteriore sistema trasmissivo, non noto.

  2. …che male, a volte..lasciare andare.
    …i fiori secchi nel vaso…e il cielo…mi si groviglian le budella.
    ti lascio un bacio

  3. A volte alcuni cerchi non si chiudono per inerzia… E dopo accade che per non chiuderli ci sia bisogno di sovrumana forza… Ho il cuore triste… Bacio.

  4. in effetti ho un po’ esagerato riferendomi a me stessa come un rottame. La gelateria è spettacolare…anche se le gauffres sono state una delusione. La scuola? bè…sai come funziona: permette di avere punti in più!

  5. Bello rivedersi. Anche un po’ triste. Wistful.

    Per Schopenhauer la dialettica è cosa distinta dalla Verità – non necessariamente opposta; peraltro, sono concetti del tutto distinti, indipendenti. Mi trovo della sua medesima opinione.
    Das Leben der Anderen, sì, parla dell’est e l’ovest era altro. Quando sono stata a Berlino, pochi giorni orsono, ho visto parecchio (ex) est. E, devo ammettere, molto si sono sovrapposti i miei ricordi (ancorché di piccina) della Mosca degli anni della Guerra Fredda.

    (is it shining on you, too?)

    .

  6. Purtroppo non capita solo alle persone di successo di vedersi scivolare il tempo fra le dita senza riuscire ad acchiapparlo accorgendosi che qualcosa nella vita è rimasto da fare. Magari qualcosa di terribilmente normale.

  7. sapevo che non li conoscevi abbastanza, e immaginavo che li avresti cercati. mi fa piacere. vasi, con fiori vegeti però. tutti per te.

  8. Il “successo” è tale se corrisponde alle aspettative, qualunque esse siano. Ho un’amica che si atteggia a donna di successo perchè lavora nel settore per cui ha studiato (fa la segretaria ad un amministratore di condominio…). Un’altra è appena diventata professore associato a 35 anni e si sente frustrata. A seconda del mondo in cui vivi sei un grande o un piccolo, quindi in parte il successo dipende dal segmento in cui sei inserito, in parte da una condizione interiore che ti fa apprezzare quello che hai raggiunto. Ma il successo è un po’ come la felicità. Nel momento in cui pensi di averlo raggiunto hai bisogno di qualcosa di nuovo e diverso per sentirti bene. Chissà, forse se diventerò una “donna di successo” cambierò idea e mi poserò sugli allori. Per ora il problema non si pone, mica me ne starei rinchiusa in un ripostiglio altrimenti:-) Buona giornata.

  9. la vita amorosa è praticamente perfetta. ecco…adesso non diciamolo troppo ad alta voce. non ti ci mettere a riflettere sui giovani d’oggi: non se ne esce

  10. Quel “cerca di uscire dal ripostiglio” è una intimazione di sfratto? Ah…allora è a te che devo l’affitto? Beh…parliamone…ci ho fatto delle migliorie, soppalco, angolo cottura. Che ne dici di una bella compensazione? Sai com’è, stare a dire stupidaggini dentro ad un ripostiglio è molto più comodo che prendere di petto i propri insuccessi. Che poi non essendo io molto rifornita finirei per uscirne soccombente :-))

  11. Che domande, certo che puoi, è un onore avere gente che apprezza! Sai non tutti apprezzano l’arredamento “casual” e un po’ spartano. C’è chi si scandalizza nel trovare la macchina del caffè e le scarpe vecchie sulla stessa scansia o i libri come tavolino per il tea e la tastiera come cuscino. Ma se a te piace, guarda, ti offro pure il caffè (che ha un aroma del tutto particolare):-))))))))))) Ma non chiedermi l’affitto però 🙂 P.S. non vorrei sembrarti irriconoscente, ma a me il sole dà fastidio alla pelle, lo preferirei velato, si può avere?

  12. lo vedo che ci hai pensato che mi hai pensato ne sono sicura, si legge dai cerchi che non si chiudono…doppi ricordi?

  13. Nel ripostiglio c’è di tutto, magari ha un dito di polvere sopra ed è scaduto da anni, ma son certa che una birretta si trova. La mia pelle bianca e delicata con una banale crema protezione 70? O totale o niente! Vorrà dire che tirerò fuori un ombrellino e quando passi tu a riflettere il sole (anche tu con cranio lucido per capelli in caduta libera?) mi “difenderò” così. Che tanto nel ripostiglio si possono tenere pure gli ombrelli aperti che non sono superstiziosa io. 🙂

  14. vero, hai ragione, nell’occhio del ciclone c’è la calma…non ci avevo pensato..illuminante, come sempre, caro w. un baico

  15. che bel finale. bello bello bello. che bravo. adoro le immagini sospese. comunque è passata… è passata. mi sono messa via il mio sogno, via in un cassetto. e ho da poco scoperto di aver preso un granchio, tralaltro, quella volta….

  16. hai presente quando le cose tornano in modo ossessivo, non le si vorrebbe quasi, creano difficoltà, eppure tornano come se non ci fosse scampo. da lì bisogna passare per risolvere le proprie questioni. io non credo nella casualità, neppure alle invenzioni di se stessi. credo nei giochi di puzzle. questo si

  17. ahhh, ma certo, ma certo… ma Nelson era altro, ed era altro rispetto a Bonaparte… e Nelson è restato tale, senza corone.

    .

  18. no, ce ne siamo sbarazzati…era solo di passaggio. Giusto il tempo di sparare la sua cazzata, che, garantisco, è verissima!

  19. ti ricordo che quei trip mi affascinano da morire Greg, lo sai bene. se mi trovi l’equazione degli stati d’animo sei un genio. altrimenti da menti razionali dico che quello spazio inviolabile dove neppure noi ci capiamo gran che, va lasciato così com’è. e potrei tenerti ore a parlare di teorie. ti bacio splendore

  20. dai greg scrivilo. dimmi com’è che i grandi geni matematici erano tutti un pò folli, potrei farti una carrellata di biografie che ho letto su questi soggetti. appunto queste stimolazioni sensoriali che spingono sempre di più nello scibile, ma che razza di emozioni producono? a partire dallo sconforto di intuire ma non riuscire ad arrivare all’espressione. seguendo questo ragionamento prova a pensare che catastrofe emotiva avrebbe un razionale costretto ad eplodere la coltre dei suoi filtri. dai io ti sostengo soprattutto perchè il nostra è una vera ricerca scientifica su di noi? capisci no cosa voglio dire? mi piace questa cosa

I commenti sono chiusi.