quattro

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quattro anni fa incominciai a scrivere sul blog. l’immagine non è certo per celebrare questo anniversario, che non interessa a nessuno, nemmeno a me. eppure mi sento di scrivere qualcosa, mi sforzo, e mi interrogo, come quando la spinta della noia  mi fece digitare due righe, allora, in un laboratorio pieno di rumori elettronici e meccanici.
 
di tutto il disastro di mumbai, di questo episodio fuori dal mondo cerebrale che mi costruisco continuamente, mi hanno colpito gli uccelli (corvi?) che volano intorno alle fiamme dell’hotel. come se fosse una natura,  un universo ferino, predatore senza colpa, senza rispetto e al tempo stesso sanguinosamente innocente. indifferente alle storie singole di morti e violenze irragionevoli che passano come treni orrorifici nella notte buia e silenziosa. c’è la luce, la fiamma della ragione in tutto ciò? è la torcia portata dal padre dello sceriffo, nel sogno finale di non è un paese per vecchi. credo sia così. i fiori durano poco. il loro profumo rimane nelle  nostre narici, e per un bizzarro processo chimico si trasforma in memoria. che ci fa sopravvivere nel treno, se possiamo, o mentre lo guardiamo sferragliare dalla banchina della stazione solitaria di frontiera, durante l’attesa che è la nostra vita.   
quattroultima modifica: 2008-11-28T21:18:00+01:00da weller60
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9 pensieri su “quattro

  1. 4 anni, gosh! Io sono appena nato 😉 AUGURI al tuo scrivere, anzitutto…
    Uno scrivere che ancora una volta trovo molto poetico..
    Keep attention to the snow
    Daniel

  2. Ti canterei anche una canzone ma non sono certa che la mia voce risulterebbe melodiosa. Ma è lo spirito che manca qui. La paura per un mondo dove anche i corvi forse fanno da spettatori e aspettano. P.S. Passo, passo. Sto attenta a non disturbare, per questo non te ne accorgi. Bacio?

  3. son 4 anni? però…passa il tempo…non ho scritto nulla, o meglio scritto si ma pubblicato nulla.
    quella è solo una rubrica di posta che tengo su un giornaletto locale…baci alieno

  4. stai colpendo sugar…io i treni li guardo sferragliare ma non si fermano mai…tu a volte sei un grillo parlante, una voce fuori campo che sa tutto e queste tue intuizioni non sono scientifiche per niente… o forse si?

  5. Alcuni corvidi di solito nidificano su torri e e castelli, e quell’edificio si presta.
    Quindi probabilmente svolazzavano nei pressi di *casa*…

  6. pazzesco, eppure la logica non smette mai di governarci. almeno io, la vedo così. non posso tuttavia nascondere lo stupore che mi provocano questi eventi, ma so che dall’altra parte della barricata, anche noi “occidentali”, a modo nostro, riusciamo a stupire.

    ps. io invece non ho ancora letto le storie arturo bandini. e per questo motivo non vedo l’ora.

  7. Il commento che forse ti aspetti da me (chissà se ci sta):
    Il fuoco, quello di Ahura Mazda, quello dell’Azerbaijan e dell’altopiano Iranico, l’adorazione dei Parsi e il destino di incorruttibilità degli elementi puri. La decadenza e la decomposizione non nell’aria, non nella terra ma nella ricongiunzione alla vita. Le torri del Silenzio, presenti fra il verde, alte eppure invisibili, i corpi offerti alla rinascita nello stomaco di altri animali, l’avvoltoio, la natura che riprende il sopravvento sulla superbia della lacerazione, della nascita. I giardini pensili sopra ai serbatoi degli acquedotti e da qualche parte la fine e il movimento conseguente, l’ara votiva su cui si depositano i cari. Un altare, una torre verso il sole, la quiete, il silenzio. La prosperità di una piccola comunità e Zubin Mehta viaggia per il mondo e c’incanta..
    Un mondo fallibile però nessun avvoltoio a Mumbai solo corvi, grossi corvi neri e pasciuti.

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