Joe & Moe

Joe e Moe si abbracciano sulla scaletta che porta alla nave. I razzi stanno per accendersi, Joe ha il suo casco sotto il braccio. E’ tutto pronto. Gemelli, insieme tutta la vita, ora le loro strade si biforcano. Joe parte, e andrà molto, molto veloce, su su su, anni luce lontano. Moe rimane a terra, nella sua villetta con giardino, moglie, bambini e cane compreso. Stessi occhi, stessi studi, stesse ragazze. Poi, un giorno, in Joe è scattato qualcosa, e ha deciso di diventare altro, mentre Moe diceva sì all’altare e metteva l’anello. Joe in occhiali scuri, testimone di Moe, guardava Barbara in abito bianco, sorridente, Dio come l’amava ancora. Joe entra nella nave, si mette il casco, pensa, ma come hanno fatto a realizzare questo gioiello che viaggia quasi alla velocità della luce. I razzi si accendono, le rampe cadono, fuoco tutt’intorno, Moe osserva la scia bianca contro il blu dalla terrazza sopra il cosmodromo, con Barbara stretta intorno a lui. Tutto sotto controllo, nella grande sala gli ingegneri applaudono, Joe perde i sensi, come previsto, mentre pensa alle lacrime di Barbara dopo avere fatto l’amore quell’ ultima, dannata volta che lo specchio si è infranto.

La vita di Moe è un fiume placido, con dei vortici sotto la superficie, piccoli gorghi che trascinano la sua anima. Moe nella sua villetta con giardino, i suoi barbecue con gli amici, gli alti e bassi con Barbara, i figli ormai grandi, il cane vecchio. Moe, la notte, guarda quei puntini luminosi in alto, una birra dopo l’altra, le rughe agli angoli degli occhi sempre più profonde, i grilli cantano le notti d’estate, ma le crepe si aprono, i gorghi lo risucchiano e lo risputano, mentre il fiume placido va.

Cinque minuti di Joe sono cinque mesi di Moe, il tempo è relativo, è il cosiddetto paradosso dei gemelli, il tempo rallenta per chi viaggia. Einstein l’ha scritto, la teoria è confermata. E così, il viaggio che per Joe dura poche ore, per Moe dura una vita. Chissà se i due gemelli si rivedranno, forse Moe non ce la farà, sotto sotto Moe spera di non farcela. Lo specchio si è infranto, tanti anni prima per Moe, pochi mesi prima per Joe. Il coyote ulula, canta per le stelle di Joe, mentre Moe tracanna l’ennesima lattina, in veranda, contemplando l’ultima crepa che si è aperta.

Joe & Moeultima modifica: 2007-03-22T10:35:00+01:00da weller60
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21 pensieri su “Joe & Moe

  1. a me questo è piaciuto tantissimissimi ssimo. forse è quello che mi è piaciuto di più. Mi sono pure un po’ infatuata di Moe…sì…come faccio a trovarci qualcosa da criticare? eh? tu mi rendi il compito difficilissimo.

  2. non ero mai passato per questo blog…; ho guardato un pò, ancora velocemente…. ; la mia passione originaria era la fisica, poi ho dirottato un pò; ma lei resta sempre la mia più ricercata. I misteri dell’universo ed in genere del tutto, compreso la coscienza, mi attraggano…. e finchè non si risolverà il problema della vita e della morte, penso non mi passerà…….; il mio blog, in cui forse anche tu non sei mai capitato è un tentativo di andare in questa direzione, unendo il soggettivo con il sociale, attraverso vari tipi di conoscenza.

  3. Dicono che i kamikaze fossero scelti fra gli studenti universitari, neppure fra i più convinti militaristi…p otrebbe conoscere Omero meglio di me, riconosco che possa sembrarti difficile, ma c’è gente più colta di me o meglio sicuramente c’era.
    Dio ti benedica od in sua mancanza che lo faccia qualcuno…

  4. Credi che l’Intelligenza non muoia? Io penso che la nostra mente possa ucciderla… Il tema del doppio è ricorrente in te Wel… E’ così affascinante, in effetti, non solo per la coscienza… Baci 😉

  5. C’è sempre uno, nei tuoi post, diviso in due. Il lato destro e il lato sinistro del cervello, la mano destra e la sinistra, il femmineo e il maschile che prendono strade diverse, si separano, ragionano in opposti ma sono uniti per sempre come una maledizione benedetta.

  6. In fondo trattasi ancora di Entanglement… Moe e Joe paradosso difficile da comprendere anche da Einstein. Paradosso di tutte le nostre vite buttate li, nel corso del tempo, attratte e respinte, lontane miliardi di parsec o nucleo contro nucleo.
    Gli specchi sono tutti rotti.
    Buon weekend Weller

    Ultimo

  7. “La notte stellata” di Van Gogh è un quadro che mi ha sempre incantata, catapultandomi in mondi diversi, risucchiata dal moto vorticoso delle stelle nel cielo…
    Due gemelli, vite parallele, scelte diverse…bella storia!

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