parole, pietre, luci

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nel 2004, khaled fouad allam sentì l’urgenza di scrivere al giovane qualsiasi dell’altro mondo. quello che noi vedevamo in film sgranati ripresi in dimensioni diverse, con la bandana in testa, el kalash imbracciato e le granate legate al corpo, già innescate. innescate da chi? khaled lo implora, i libri antichi aperti sulle pagine di vita e memorie della storia che noi non conosciamo. lo implora di pensare. il pensiero deve sciogliere quei grumi incancreniti, quel ghiaccio doloroso che noi abbiamo contribuito a solidificare in un male cristallizzato. il nostro mondo dell’ovest gira su se stesso ed espelle l’est, il sud, e forse il nord, dimenticando che ciò che espelle è quasi tutto. la preghiera di khaled è apparentemente inascoltata, credo. e l’oblio delle notizie che si divorano continuamente non ci fa accorgere che il giovane col kalash in mano è ancora lì. ma le parole scritte sono pietre, e scavano nella nostra e nella sua incoscienza. quel grumo si scioglierà, e un altro cristallizzerà. le pietre dei libri però rimangono, e illuminano la notte di una luce tenue, che possiamo inseguire.

parole, pietre, luciultima modifica: 2009-04-18T20:05:00+02:00da weller60
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