Esco con Panda

Questo è un vecchio post. Parla di incontri e amici di tanto tempo fa. Still missing Britain.

Stasera esco con Panda. Panda e’ il soprannome che hanno dato ad Andy quand’era studente a Cardiff. Fa il lecturer in un college di Wrexham, una cittadina del Galles del Nord. L’ha scelto lui di andare a lavorare li’, certo non e’ Berlino, dove era prima. Ma lui e’ un gallese purosangue, in famiglia parla gaelico, e si sente questa missione di educare nel paese in cui e’ nato e dove sono le sue radici. Mai e poi mai vivrebbe in Inghilterra. Il mio amico-collega Ronan (altro celtico, ma di Dublino) lo ha invitato a tenere un seminario a Liverpool, e lui questa notte restera’ a dormire a casa mia. Io e Panda non ci conosciamo da tanto, ma siamo in sintonia, abbiamo lavorato bene insieme e siamo abbastanza amici. Lui e’ un bel ragazzo britannico (britannico si puo’ dire, comprende scozzese, inglese e gallese), alto, sorriso aperto e pronto alla battuta. Il suo accento gallese e’ splendido da sentire per me, anche se agli inglesi deve fare sorridere. Ho visto piu’ di un programma comico dove il gallese viene dipinto come un sempliciotto che ha dimestichezza (per non dire altro) solo con le pecore. Panda pero’ e’ in gamba, e gli piace uscire ed andare in giro per locali, questa e’ una cosa che gli manca nella sua nuova vita. I miss metropolys, mi manca la metropoli, mi confessa. Dopo essere passati per il mio appartamento, up we go. Chiamiamo il cab ed andiamo a mangiare all’Everyman, un ristorante self-service veramente speciale. E’ a due passi dall’Universita’, sotto un teatro. I piatti che servono sono buoni, molto meglio di quello che si potrebbe aspettare da un posto del genere. E’ pure segnalato in alcune guide. Serve un misto di cucina inglese, indiana, francese. Quiche lorraine, piatti vegetariani e dolci fantasmagorici, buonissimi, preparati con cura nella scelta degli ingredienti, soprattutto per quanto riguarda la provenienza e la genuinita’. Ad una certa ora la cucina smette di servire, e si passa alla birra. I frequentatori sono di tutti i tipi, prof. universitari (che essendo inglesi, sono ivariabilmente eccentrici), brave signore con tante borse dello shopping, immancabili studenti di tutti i tipi e colori, impiegati di banca nei loro vestiti blu gessati. Mangiamo, ma non ci fermiamo per bere. Andiamo ad uno dei mie pub preferiti, il Philarmonic, di fronte alla Philarmonic Hall (The Phil, la chiamano i locali). Un locale molto grande (maestoso, direi), pieno di gente che beve, parla e ride forte. Pinte di lager e di bitter, con Panda si parla del piu’ e del meno. Del fatto che in Galles adesso c’e’ una particolare attenzione nello studio del gaelico a scuola, che rischiava di venire sommerso dall’inglese. Ho visto in TV (a Liverpool si puo’ vedere il canale locale gallese) dei ragazzi di colore parlare questa lingua dolce e cantilenante, ovviamente a me incomprensibile, e mi ha fatto veramente uno strano effetto. Poi si parla di sport (celtici, ovviamente) e delle loro strane regole. Naturalmente anche di calcio e di ragazze. Dopo un po’, atterriamo in un altro locale, il Blue Angel. Un posto un po’ fetido ma, a suo modo, un piccolo museo del beat anni 60. Foto dei Beatles quando non si chiamavano ancora cosi’ e di altre glorie del passato. Tra le altre, una foto degli Stones quando erano gia’ famosi, mentre firmano un muro del locale. Il Blue Angel e’ in una zona decadente della citta’, piena di vecchi magazzini con i loro muri di mattoni rossi e sporchi. Questa zona, vicino al Mersey, e’ adesso piena di locali quasi invisibili di giorno, ma vivi e pieni di suoni e di gente durante le notti del weekend. Per le strade, cabs neri che passano senza sosta e che raccolgono gente , e’ incredibile, basta mettere fuori il braccio e ne arriva subito uno, che ti carica e ti porta in giro. Finiamo in un locale dove si sente acid jazz, gli ultimi drinks, i clubs chiudono alle tre. Prima di uscire, una ragazza mi chiede sorridendo se sono italiano. Naturalmente, le rispondo col sorriso piu’ largo che io possa fare. Panda si intromette,il giovialone, lei fa spallucce, mi saluta e se ne va. Ora di andare a casa. Per strada, sono ancora aperti i negozi di take away. Ragazze vestite benissimo che mangiano fish and chips dal cartoccio mentre camminano per strada, odori pungenti di spezie indiane. Fra qualche settimana tornero’ in Italia, Panda cambiera’ ed andra’ ad insegnare in una citta’ gallese dal nome impronunciabile, Aberystwith (pronunciate un po’ voi un nome cosi’).
Dopo molti anni, ci mandiamo ancora bigliettini natalizi e ci incontriamo alle conferenze. Chissa’ che un giorno non vada a mangiare fish’n’chips dalle sue parti, guardando il mare.
(Maggio 2005)

Esco con Pandaultima modifica: 2006-09-20T13:25:00+02:00da weller60
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14 pensieri su “Esco con Panda

  1. Netscape? Mai coperto. Ho fatto dei test con explorer 6.0, firefox e opera, in risoluzione 1024 x 768. Exploer, da browser di merda degno di un altrettanto sistema operativo di merda, da degli errori. Ma tu da Netscape, vedi degli errori tipo immagini sovrapposte? Prova a usare firefox, la versione per mac è qui: http://www.mozi lla.com/products /download.html?p roduct=firefox-1 .5.0.7&os=osx&la ng=it è molto più veloce a caricare le pagine e fa meno lo schizzinoso. Fammi sapere.

  2. Lo ricordo questo post: credo sia stato uno dei primi che ho letto… e ricordo la sensazione di perfetta visualizzazione dei luoghi, delle facce, delle luci notturne… bello ritrovarlo stasera. Ciao, K.

  3. dovresti farlo…soprabi ti l’ho pensato come la mia Inghilterra (ognuno di noi ha la sua)…ricordi il post della funanbola? avanzo come una pantera, passo lento ma sicuro, ti bacio ana

  4. la storia della PET ti è venuta in mente per la richiesta di pat pat? associazione strana! conosco bene la PET: ha fatto fare grossi passi avanti alla neuropsicologia .

  5. Ciao, hai un account su splinder? Lo apri in 7 minuti, e poi mi comunichi il nick che hai adottato. Vorrei invitarti a far parte degli Autori di Rosso Venexiano, blog collettivo di letteratura, poesia, musica, fotografia e pittura.
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    bacioni Manuela

  6. oddio il galles! ci sono stata una volta sola e… appena arrivata, scendo di macchina e chiedo a un tipo se sono nel posto giusto. a quanto pare si, però che strano trovare un tedesco in galles… entro, saluto, e mi rivolge la parola un altro tedesco… ma che strano, un altro tedesco… e gli altri ragazzi, tutti tedeschi… una comunità? ma no, era solo l’accento gallese!

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