Mohamed

Questo è un vecchio post. L’ho recuperato. La strada esiste, la potete cercare qui sotto.

Il telefono squilla, ma che ora e’? Troppo presto, ho dormito male, sono rientrato dal lavoro cosi’ tardi che ormai era giorno, l’alba di una qualsiasi Domenica estiva inglese. Il mio amico merlo era gia’ li’, sulla finestra dell’ingresso, sembrava che mi stesse aspettando. E’ una settimana che lavoro alla macchina, su un esperimento, assieme ai miei colleghi. Abbiamo un paio di giorni di break, finalmente. Guardo la mia radiosveglia, le cifre luminose ballano davanti ai miei occhi, le 9.30. Alzo la cornetta, e’ mia madre per i soliti saluti settimanali. No mamma, non ti preoccupare, non mi hai disturbato, si’ sto bene, poi si parla dell tempo, notizie varie dalla famiglia. Riattacco e mi rigiro sul letto. Niente da fare, provo a riaddormentarmi per un’oretta, poi getto la spugna e mi alzo. La schiena non mi fa piu’ tanto male, ma ancora si fa sentire. Sono due anni che ho avuto un’ernia del disco, ho provato cosi’ tanto male certe volte da piangere, ma il mio spartano dottore inglese continuava a ripetermi che l’operazione era inutile, e che sarei piano piano migliorato. Era vero. Doccia, colazione con caffe’ Lavazza, cornflakes, succo d’arancia. Mi vesto, e’ ora che vada a comprare qualcosa da mangiare. Niente supermercato, giusto qualcosa per sopravvivere per i prossimi giorni. Per fortuna abito a due passi da Lark Lane, una strada di Liverpool un po’ particolare, vicino a Sefton Park, all’inizio di un grande quartiere chiamato Aigburth. Nonostante sia lunga solo trecento metri o poco piu’, e’ un concentrato di negozi, di pub e ristoranti. Difficile elencarli tutti. C’e’ un meccanico (specializzato in macchine d’epoca, ci ho visto anche una Rolls Royce), tre o quattro pub, negozi di alimentari vari, ristoranti greci, italiani, francesi, messicani, off licence. Popolazione giovane, studenti, gente un po’ alternativa, “il paradiso dei lettori del Guardian” (giornale di sinistra), come mi sembra di avere letto una volta in una guida. E poi ci sono loro, i corner shops. Ce ne sono tre, vendono giornali, sigarette, ma anche generi alimentari. E sono aperti sempre, fino a sera e durante le feste. Sono la mia salvezza nei periodi di lavoro intenso. Non sono gestiti da indiani, questi, no, ma da medioorientali. C’e’ l’egiziano (come lo chiamo io) dal quale mi servo principalmente per gli alimentari, i libanesi (scomodi ed antipatici) e poi c’e’ Mohamed. Dopo avere comprato un po’ di roba dall’egiziano, vado da lui per comprare il solito giornale della domenica. Mi piace andare da lui, perche’ e’ veramente un personaggio. E’ massiccio, corpulento e con l’immancabile barba da musulmano praticante, sulla quarantina. Ho dei sospetti sulle sue origini, non parla con accento esotico, ma col “twang” tipico dei liverpuliani, e porta fieramente due occhi azzurri dolci e penetranti al tempo stesso. Forse e’ un inglese convertito? Ha una moglie pakistana o qualcosa del genere, velo nero che lascia il viso scoperto, un uccellino all’ingresso del negozio ed un tot di figli, bambini di eta’ varie che ogni tanto spuntano dalla porta sul retro del suo negozietto, che comunica con la sua abitazione. Chiacchieriamo sempre un po’, immagino che la gentilezza sia parte del suo modo di interpretare il suo lavoro. Qualche volta mi dice delle cose che mi lasciano stupefatto. Una sera mi guarda dopo avermi dato il resto delle sigarette che ho appena pagato, e mi fa “tu hai bisogno di una moglie”, e sorride. Io rispondo “si’, certo”, ma lui insiste “vedi conosco un’egiziana che farebbe al caso tuo, una nice egyptian girl”. Non so proprio cosa dire, sorrido, lo saluto e me ne vado. Ma questa volta mi dice qualcos’altro. “Sai, sono malato, qualche settimana fa mi sono svegliato e non ci vedevo piu’ da un occhio. I dottori non sanno ancora bene, forse ho la sclerosi.” . Sono come fulminato, ma riesco a mantenere la conversazione, anzi lui ci riesce, con una soavita’ e leggerezza incredibile, e mi parla di come la sua vita sta cambiando, delle sue nuove abitudini quotidiane. Si sveglia molto presto, ora, e prega. Lavora un po’ e poi dorme un po’ il pomeriggio, si sente molto stanco. Entrano altri clienti, il suo racconto si interrompe. Prendo il giornale con il resto e me ne vado. Lui mi sorride. Fuori c’e’ il sole, una splendida giornata, glorious sunny day of a british summer.

Mohamedultima modifica: 2006-01-11T14:35:00+01:00da weller60
Reposta per primo quest’articolo

17 pensieri su “Mohamed

  1. Me lo ricordo bene questo post. Forse è stato dopo averlo letto che ti ho commentato per la prima volta:-).
    Circa il calcetto, che dirti? Merda secca mi hai distrutto un mito :-)))))). Ciao. Buonanotte.

  2. w, adorato w, l’amore non ha decisamente niente a che fare con il sesso. certo puo’ capitare che le due cose si incrocino ma ti posso assicurare che al momento del godimento si pensa a quello non a quanto si ama!!!!provare per credere.

  3. Non sono certo per il “si stava meglio quando si stava peggio” no no, non farei cambio…ma credo che dietro tante nevralgie ci sia solo la pigrizia e la ricerca di una scusa medica per nasconderla. 🙂
    Bello e triste il tuo post.

  4. ah, non avevo pensato ai mondiali di calcio del ’90! :-)) Non avevo letto questa parte dei tuoi racconti vissuti (?) ma ricordo Mohamed nei racconti successivi, spero di non sbagliarmi…. un buon anno anche a te. Ciao, a presto. stefy

  5. Cortex è una rivista prestigiosa per quello che concerne la neuropsicologia e la neurologia. diciamo che nature, per esempio, ha uno spettro molto più ampio di argomenti trattati, quindi è maggiormente conosciuta

  6. te lo dico in diretta: narnia è proprio brutto, ma brutto proprio. tranne la piccola Lucy e l’inapputabile Switon il resto bah.. e la voce del leone? mah boh non m’è piaciuto proprio. beh baci, anyway. la reine 🙂

  7. we’ll meet again… don’t know when, don’t know where… but I know we’ll meet again some sunny day… L’ultimo pezzo inciso da Johnny Cash. E’ poi morto l’anno dopo… chissà… mi è venuta in mente questa canzone… Che poi non so nemmeno quale sia l’originale… buona giornata weller…

  8. Vado a casa di una fantastica amica. Abbiamo in comune una sana passione, ma domani altra giornataccia. Mi sa che mi tocca controllarmi. Stai bene

I commenti sono chiusi.