A (super) brief history of time

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Stephen Hawking non me ne voglia, se parafraso il titolo di un suo celebre libro divulgativo, che per inciso non ho ancora avuto il piacere di leggere (il titolo in italiano è “dal Big Bang ai buchi neri”). Dunque, in principio è stato il Big Bang. E’ avvenuto, secondo alcune misure astrofisiche, circa 13,7 miliardi di anni fa. Dal “punto singolare dello spazio-tempo” l’universo ha incominciato ad espandersi. E’ nata la materia primordiale, calda e densa, che seguiva delle leggi fisiche molto diverse da quelle di adesso. Prima diramazione: gravitazione da una parte, forze unificate dall’altra. Le forze unificate obbediscono ad una teoria detta del modello standard. La materia era molto diversa da quella che conosciamo noi. Il modello standard unifica le forze nucleari e quelle elettromagnetiche. Qualcosa si è rotto (in particolare, una determinata simmetria), e la materia ha cominciato ad essere composta da particelle elementari. Queste hanno dato luogo agli elementi più semplici (idrogeno ed elio) che costituiscono il carburante delle stelle, fornaci nucleari. Le stelle formano le galassie, che via via sia allontanano fra di loro, sempre di più, mentre l’universo si espande. Nel nostro sistema solare si sono formati i pianeti, compresa la Terra, e gli elementi chimici sempre più complicati (che so, carbonio, ferro, silicio etc.), poi l’acqua, poi il brodo primordiale, e le molecole organiche composte prevalentemente da carbonio, idrogeno ed ossigeno. All’interno di questo brodo reazioni chimiche tra queste molecole  hanno generato la vita nella sua forma più semplice, in organismi monocellulari. Questa via via si è evoluta, dalle alghe fino alle moltissime specie viventi, fino a noi. Più o meno. Non è escluso che questo sia successo in altre parti dell’universo, anzi, sono  certo che questo sia il caso. Da una decina d’anni a questa parte gli astrofisici stanno scoprendo che esistono sistemi di pianeti in altre stelle. Perché la vita non dovrebbe svilupparsi in altri posti? L’universo è grande, immenso, anche se finito. Quindi, credo che esistano forme di vita extraterrestre, anche intelligenti. Da un punto singolo, la singolarità spazio temporale del Big Bang, si è arrivati a qualcosa di molto complicato. Più che l’universo, il quale segue leggi relativamente semplici (anche se difficili da studiare e spiegare) intendo che si è arrivati alla vita, ed all’essere umano, che ne è cosciente. Che cosa ci dà la coscienza di noi stessi? L’anima? Mi dispiace, ma non credo  nell’anima. Quand’ero piccolo, immaginavo che l’anima fosse un oggetto fisico risplendente, dentro di noi, a forma di lisca di pesce, o di penna d’uccello. Sorrido al pensarci. Lo stato di coscienza, ed il pensiero, devono obbedire a delle leggi fisiche. Ma sono complicate. E ancora non le conosciamo. Ciò che è buffo della coscienza, è il fatto che grazie a questa siamo consapevoli di quello che accade intorno a noi, ma non sappiamo ancora perché questo succeda. Comunque, in questo modo penso di avere spiegato perché penso che in origine erano le equazioni, e poi il caos. O meglio, la complessità. Che risplende nel nostro mondo, nei nostri pensieri, nelle emozioni. E che, mano mano, più studiamo, più approfondiamo, e più troviamo difficile da comprendere. Ma la comprensione di ciò che accade è la nostra sfida, e noi dobbiamo accettare il guanto, e giocarcela. Fino in fondo. Fino a quando esisteremo, come individui e come specie. E’ la nostra missione, quasi una condanna. Non possiamo sfuggire. Fino all’ultimo rantolo. E adesso, un bel drink. E fra un po’ un tuffo nel mare blu, da dove veniamo. Sun on you.