on the waterfront

Light cone

Mi piacciono i film corali, quelli alla Altman, per intenderci, come Nashville, o America Oggi. Il film che mi piacque di più, l’anno scorso, fu Crash-contatto fisico. Sono difficili da realizzare, e qualche volta difficili da seguire. Anche Magnolia mi piacque moltissimo. Tutte quelle storie che si intrecciavano a Los Angeles. Storie che si intrecciano, è così che va, nella vita. Molto spesso non ci accorgiamo degli intrecci. Un punto, nello spazio-tempo, viene definito evento, secondo la relatività. Un punto preciso ad un tempo ben definito. Ad ogni evento è associato un cosiddetto cono di luce, che divide lo spazio tempo intorno all’evento in due regioni separate.

L’evento descrive una traiettoria, dentro il cono. Istante per istante, noi siamo eventi che formiamo una traiettoria. Le nostre traiettorie descrivono delle linee curve, e possono avvicinarsi ed allontanarsi. Ed ogni punto successivo, ogni evento successivo, ha il suo cono di luce. E’ una visione un po’ poetica della teoria della relatività ristretta. Siamo scie nello spazio-tempo, che forse possono interagire, e cambiare le loro traiettorie per le interazioni. Ma le cambiamo veramente? Io non credo. Le nostre scie procedono parallelamente, allontanandosi o avvicinandosi. E curviamo impercettibilmente lo spazio tempo intorno a noi, inclinando il nostro cono di luce, per la nostra materia, che genera gravità. Magnolia, e gli altri film bellissimi, mi fanno venire in mente queste strane idee. Infine, questa canzone, colonna sonora del film. Il testo.

It’s not
What you thought
When you first began it
You got
What you want
Now you can hardly stand it though,
By now you know
It’s not going to stop
It’s not going to stop
It’s not going to stop
‘Til you wise up

Gli attori, coralmente, la cantano nelle loro situazioni. No, non si ferma, non voglio mettere giudizio, lo penso stasera, mentre torno in bici a casa, al tramonto.

Light coneultima modifica: 2007-03-15T23:20:00+01:00da
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