il ragazzo si avvicina con la macchina degli aghi. non voglio vedere, dico, un po’ per scherzo, un po’ sul serio. lui si mette a ridere, incomincia. non posso vedere, in realtà: è sulla spalla destra. sento il calore, quel piccolo dolore così insistente, il rumore elettrico che copre la musica. sudo dalle ascelle, chiacchieriamo del più e del meno. il rumore insiste, il cerchio prima, poi i raggi, sono dodici. li conto. dovrebbero essere simmetrici, ma uno è stato invertito. colpa dei miei innumerevoli nei, da evitare nel disegno. le simmetrie rotte, in realtà, sono importanti, nella fisica. grazie a loro, alle simmetrie che non ci sono più, esistiamo e respiriamo. è una cerimonia, difficile descriverla. forse è proprio l’atto che ha importanza, più del risultato, che si può vedere solo in alcune particolari circostanze. nascosto dai vestiti, è lì. è mio. l’ho scelto io. e nessun altro. è stato bello farlo, bello soffrire. bello vederlo subito dopo. chi non lo fa, non lo capisce. e così è per gli scritti che leggo ogni giorno. parole senza volto, vite non vissute da me, ma così pulsanti, presenti, nel mio caffè davanti ai pixel luminosi. nina, aka, noti, honey, judith, les, sette, lara, ana, daniel, egidio, angel, sismor, cleopa, jed, mari, bill, limi, zoe, fenila, tigra, divago… quanto ho imparato, da voi? chi non lo fa, non lo capisce.
We passed upon the stair, we spoke of was and when
Although I wasn’t there, he said I was his friend
Which came as some surprise I spoke into his eyes
I thought you died alone, a long long time ago
Oh no, not me
I never lost control
You’re face to face
With the Man Who Sold The World
I laughed and shook his hand, and made my way back home
I searched for form and land, for years and years I roamed
I gazed a gazely stare at all the millions here
We must have died alone, a long long time ago
Who knows? not me
We never lost control
You’re face to face
With the Man who Sold the World
Who knows? not me
We never lost control
You’re face to face
With the Man who Sold the World
neil young-my my hey hey
400 nanometri. questa è la lunghezza d’onda della luce corrispondente al viola, che noi vediamo quando i raggi luminosi penetrano nella pupilla e vengono focalizzati dal cristallino sulla retina, dentro il nostro occhio. è il minimo di lunghezza d’onda percepibile dalla visione umana, così come il massimo corrisponde al colore rosso. ma oltre, oltre c’è un mondo. un mondo invisibile, sfuggente, riusciamo a vederlo solo attraverso altri strumenti: rivelatori, principalmente, il cui principio di funzionamento sfugge ai più. ho utilizzato un tipo di luce emessa da una particolare macchina, che si chiama sincrotrone, comprendente tutti i colori, visibili e non visibili, anche l’ultravioletto e i raggi X. quando esce dalla macchina, questa luce può avere un colore dominante che vira verso il viola, o blu. una volta la vidi direttamente, con alcune precauzioni, perché pericolosa. questo “oltre”, che ho visto o utilizzato, e che permette di ottenere risultati bellissimi nel mio campo, non è granché. c’è un “oltre”, negli atteggiamenti, nel comportamento e in quelle particolari reazioni chimiche, dette sentimenti, che non capirò mai. troppo complicato. e purtroppo, non mi rassegno ad accettare questo semplice dato di fatto. forse riusciremo, riusciremo ad aprire certe porte e a comprendere certi meccanismi. ma anche se sappiamo, grazie a Newton, perché cade una mela, questa continuerà a cadere, inevitabilmente. l’unica cosa da fare è evitarla mentre cade, raccoglierla e mangiarla.
There’s more to the picture
Than meets the eye.
la luce bianca è scomponibile in sette colori: rosso arancio giallo verde blu indaco violetto. corrispondono a diverse lunghezze d’onda.